Una settimana di eventi

Settimana di eventi quella passata: GGD Nordest martedì sera, giornata alla Digital Week mercoledì e SMAU giovedì.

Peccato per la sovrapposizione, parziale, fra Digital Week  e SMAU, ma nel complesso al bilancio posso aggiungere un bel segno positivo.
La serata GGD è stata molto proficua a livello di relazioni ed interessante per gli speech proposti. In particolar modo ho apprezzato l’intervento di Roberta Milano, direttore organizzativo e docente al Master in Marketing e Web Marketing Turistico Territoriale presso Università degli Studi di Genova, dal titolo “Viaggi in rete: quale marketing“. Da sottolineare un’ottima esposizione, ma soprattutto un buon background di conoscenza e informazione.
Alla digital week ho seguito 3 eventi in particolare. La conferenza @font-face { font-family: “Cambria”; }p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal { margin: 0cm 0cm 10pt; font-size: 12pt; font-family: “Times New Roman”; }div.Section1 { page: Section1; } “Social media: le nuove regole del gioco” tenutasi mercoledì mattina all’auditorium S. Margherita in cui sono intervenuti Miriam Bertoli, GGD Nordest,  Massimo Bustreo, Assegnista di ricerca, Università IULM, Alberto Chiapponi, Senior manager e Head, H-art, Angela Falotico, Online Reputation Specialist, TSW, Domitilla Ferrari, Social Media Strategist, Mondadori, Marco Massarotto, Founder e President, Hagakure, Elena Torresani, blogger. Ho apprezzato particolarmente l’intervento di Domitilla che è stato il più naturale e allo stesso tempo utile per gli spunti di riflessione che ha dato.
Nell’arco della giornata ho sentito ripetere più volte una frase, una sorta di leitmotiv, che mi ha fatto pensare: “Beh, se mi vuoi contattare cercami su Google”. L’utilizzo sempre più massivo dei social network, in particolare di Facebook, ha, infatti, un po’ distolto l’attenzione dall’importanza di Google come aggregatore di contenuti e mezzo di ricerca di informazioni.
Intervento interessante il fast workshop tenuto da Cristina Rigutto di www.tuttoslide.com. Chiaro, semplice e accattivante nell’esposizione (una proprietà di linguaggio quasi di altri tempi ormai…) ha fornito delle pillole utili nella preparazione di una presentazione in power point, ma soprattutto mi ha fatto scoprire una raltà, www.tuttoslide.com, veramente ricca di contenuti di informazioni e di utili consigli.
Ultimo fast workshop che ho seguito, quello di Domitilla Ferrari sulla scrittura in rete. Domitilla è riuscita in un’ora a trasmettere la passione per la scrittura e quella per la tecnologia e a coinvolgere il pubblico presente in sala grazie alla sua spontaneità e alla sua solarità.
Della giornata passata allo SMAU segnalo fra gli workshop più interessanti a cui ho partecipato quello di Elena Veronesi di www.persuasivemarketing.it sul corretto utilizzo del web design per migliorare le performance di un sito web; interessante per l’argomento trattato e anche per un’esposizione veramente scorrevole, veloce, ma chiara e per delle slide molto curate, ma essenziali, senza fronzoli e orpelli.
Ultimo workshop che segnalo quello di Davide Vasta sul web marketing e la web analytics: finalmente un workshop che in poco meno di un’ora è riuscito ad essere tecnico, ma alla portata anche di chi tecnico non è e che ha lasciato al pubblico qualche piccolo strumento da utilizzare subito.
A breve leggerete, magari fra le righe ;), anche quello che non mi è piaciuto di questa settimana!

Stanno parlando di Voi. Come tutelare la propria reputazione on-line

Scrivo con un po’ di ritardo rispetto all’ultimo incontro sul Social Media Marketing che si è tenuto l’11 aprile a Vicenza, ma mi sembra giusto chiudere il cerchio sull’evento.
L’incontro ha ripreso i contenuti del precedente, che non erano stati ancora sviscerati per motivi di tempo, ed è poi entrato nel vivo del nuovo argomento.
Riprendo perciò dalla Check list del successo che era rimasta a metà nell’ultimo post:
  1. Ho il progetto giusto?
  2. Ho l’approccio giusto?
    Sono pronto al dialogo, ma soprattutto… sono pronto a perdere il controllo? Devo considerare che nei social network sono gli utenti a parlare di me e ne parleranno bene o male a seconda di come io lavoro.
  3. So e voglio ascoltare?
    Mi interessa veramente stabilire un dialogo con i miei clienti e ascoltare anche le critiche senza alzare la voce?
  4. Ho considerato tutte le tecniche per spargere la voce?
    Avere un profilo su un social network e non aver nessuna interazione non è un bel biglietto da visita
  5. Coinvolgo i consumatori?Interagisco con i miei clienti e offro loro dei vantaggi concreti, stimolo la discussione e lo scambio di informazioni o li tempesto solamente di messaggi come farei con un qualsiasi altro mezzo di comunicazione tradizionale?
  6. La pubblicità contribuisce al passaparola?
    I SN non sono l’unico mezzo di comunicazione da utilizzare. Sono la novità, funzionano perché stimolano la discussione e danno la parola agli utenti, ma ciò non significa che tutti gli altri mezzi di comunicazione siano off limits. Continuiamo ad utilizzarli, ma facciamolo in maniera nuova, innovativa.
  7. Partner e rivenditori contribuiscono al passaparola?E’ importante che oltre ai propri clienti anche i nostri partner e rivenditori contribuiscano allo sviluppo della nostra rete, quindi coinvolgiamoli nella discussione, è proficuo per entrambi.

Nel corso dell’incontro sono stati analizzate le esperienze di alcune aziende che si sono affacciate nel mondo dei SN in maniera positiva, favorendo il dialogo e gestendo le crisi, e altre che invece hanno commesso qualche errore da cui si può, però, trarre qualche ottimo spunto. Non mi dilungo troppo su questo argomento, visto che il mondo dei SN corre molto velocemente e rischierei di parlare di cose ormai obsolete, però vi lascio due link interessanti per approfondire l’argomento: il caso Terranova e il caso Patrizia Pepe
In fine riassumo brevemente il succo dei concetti emersi (e mi ripropongo di sviscerare la questione in maniera più esaustiva in un nuovo post): nella rete si parla di noi, che lo vogliamo o meno, i consumatori danno i propri giudizi e diffondo informazioni. In questo caso per le aziende è necessario partecipare alla conversazione, stimolarla e gestirla senza, però, mai cadere nella manipolazione perché il nostro cliente non è uno sprovveduto!

Maneggiare con cautela: come i social network possono lanciare o affossare il business

Ieri c’è stato il secondo incontro tenuto da Barbara Bonaventura e dedicato al Social Media Marketing.
In realtà non si è parlato esattamente di quello che il titolo dell’incontro preannunciava, ma il risultato è stato comunque interessante. Il fulcro della questione non si è raggiunto a causa dell’interesse suscitato e dei continui interventi che hanno, ovviamente, deviare il percorso previsto. Quindi nessuna critica.
Allora, vado con ordine e cerco di fare un piccolo riassunto dei punti salienti. Nell’esposizione Barbara si è concentrata principalmente su Facebook in quanto rappresenta il social network più utilizzato e perché generalmente gli altri social network già adottano o tendono ad adottare le stesse dinamiche del grande FB.
All’inizio un po’ di numeri: ogni giorno su Facebook si ritrovano circa 15 milioni di utenti italiani; un numero decisamente alto se paragonato ai 12 milioni di spettatori registrati durante la puntata di San Remo in cui come ospite c’era Benigni. Più in generale Facebook raccoglie in totale circa 500 milioni di utenti: paragonando la popolazione del social network a quella delle nazioni mondiali possiamo dire che si piazza al 3° posto, secondo solo a Cina e India e superando gli Stati Uniti. Tenendo conto di questi numeri ci si rende conto che, volenti o nolenti, i social network e FB in particolare offrono un bacino d’utenza non trascurabile.
Successivamente si è passati ad analizzare quelli che sono i meccanismi che determinano il funzionamento dei social network:

  1. la riprova sociale
  2. la scelta
Per riprova sociale si intende il meccanismo attraverso il quale ogni essere umano tende ad analizzare e vedere cosa fanno gli altri prima di prendere una decisione; con scelta invece si enfatizza il fatto che tutte le azioni che si compiono su un SN sono spontanee (la condivisione di un link, video, foto, opinioni) e non obbligate. Questi due aspetti capovolgono drasticamente il consueto modo di comunicare e di utilizzare gli strumenti di comunicazione da parte delle aziende: è necessario capire che le persone non sono influenzate da quello che le aziende dicono, ma da quello che la loro cerchia di conoscenti fa e che l’esperienza fatta, positiva o negativa che sia, viene condivisa.
Continuando si sono poi approfonditi gli strumenti che i SN offrono e principalmente quelli di Facebook: i profili, le pagine, i gruppi.
In chiusura, invece, si stava raggiungendo il nocciolo della questione, ovvero che il social media marketing non è uno strumento a sé stante, ma che va integrato nella strategia di marketing che si sta portando avanti. È necessario scegliere il nostro obiettivo e trovare il modo giusto per realizzarlo. Inoltre è anche necessario capire se per il nostro prodotto/brand i social network sono realmente lo strumento giusto. Per questo c’è la Checklist del successo di cui però è stato reso noto solo il primo punto “Ho il prodotto giusto?” devo infatti tener conto che se la risposta a questa domanda è “No” attraverso i SN sarà molto più facile per i miei utenti diffondere commenti negativi.
Il resto al prossimo incontro che a questo punto attendo con ansia!
Note: mi ha fatto riflettere la reazione sconcertata di una partecipante al corso alla visione di uno dei classici video virali. Questa persona non utilizza FB e alla vista di questo video ha espresso la sua maggior convinzione a non iscriversi al SN perché pieno di gente che ha tempo da perdere. Ora, lungi da me difendere FB che oltre tutto utilizzo pochissimo, ma non succede la stessa cosa anche in televisione? Ogni volta che mi capita di passarci davanti vedo un nuovo reality di cui sinceramente non sentivo il bisogno e penso che chi vi partecipa e chi lo guarda abbia veramente tempo da perdere, ciononostante riconosco che la TV è un mezzo di comunicazione importante e non ho mai pensato di non utilizzarlo o di non inserirlo nel media plan. Insomma non credo sia necessario per forza amare ogni strumento di comunicazione, ma credo che sia perlomeno doveroso conoscerlo e capirne l’utilizzo prima di scartarlo a priori.
Detto fra noi poi, io la TV nemmeno ce l’ho a casa… 😉

Chi non cambia muore. Le nuove regole del business al tempo dei social media

Ieri sera sono stata all’incontro organizzato dal CPV di Vicenza: Chi non cambia muore. Le nuove regole del business al tempo dei social media tenuto da Barbara Bonaventura.
L’incontro era il primo, e di conseguenza il più generico, di una serie di 3 incontri sul tema del social media marketing. La platea era molto ampia, ma soprattutto eterogenea: c’erano molti giovani più avvezzi ai nuovi media digitali, ma c’erano anche molti imprenditori di una certa età e spiegare alcune cose a questo tipo di audience non è sempre facile; se devo essere sincera prima che iniziasse ho pensato: “Sarà uno di quegli incontri sommari in cui non ci si porta a casa granché”.
E, invece, per fortuna non è stato così. Barbara è stata davvero coinvolgente.
Ho visto in azione Barbara l’anno scorso a Cultura senza barriere e il suo intervento sul marketing virale mi era piaciuto molto: veloce, ritmato, semplice, ma con concetti fondamentali che sono riuscita a mettere in pratica. Come scrivevo qui i contenuti sono l’aspetto fondamentale di un seminario, un incontro, una lezione.
Nell’incontro di ieri sera si è parlato del panorama mediatico attuale: performance pubblicitarie in declino dei mezzi tradizionali, la scarsa fiducia che i consumatori hanno nei confronti della pubblicità, l’influenza del passa parola e dei pareri delle persone che appartengono alla nostra rete hanno nelle nostre decisioni di consumo. Una lezione introduttiva al vero e proprio social media marketing che verrà invece trattato nei prossimi due incontri: Maneggiare con cautela: come i social media possono lanciare o affossare il business e Stanno parlando di voi: come tutelare la propria reputazione on-line.
Il concetto principale che è stato sviscerato è che oggi, grazie al facile accesso alle nuove tecnologie e all’azzeramento delle distanze diventano cruciali due passaggi del processo di decisione e acquisto del cliente: la raccolta delle informazioni attraverso la rete virtuale e fisica e il racconto della propria esperienza sempre alla rete virtuale e a quella fisica.
L’esposizione è stata scorrevole e vivace: non si è mai arrivati a sciorinare citazioni e dati, ma Barbara ha esposto contenuti critici e rielaborati alla luce delle proprie esperienze calandoli nel quotidiano, tenendo così un filo diretto e concreto con il pubblico. Punto, questo, da non sottovalutare se pensiamo agli imprenditori presenti in sala.
Nota sulle slide
Le slide erano chiare e soprattutto leggere con poco testo e tante immagini, metodo fondamentale per far passare concetti anche complessi in maniera da renderli più memorizzabili. Non amo molto i layout fissi con il logo dell’azienda, portano via tanto posto e riducono lo spazio per immagini e tabelle (spazio fondamentale soprattutto se si è su una sala molto grande), ma mi rendo conto che può essere un’esigenza. In questo caso cercherei di essere originale
Nota all’organizzazione
Premettendo che gli organizzatori c’erano e si sono visti – soprattutto quando si sono scaricate le pile del microfono – ho un piccolo appunto da fare. Il convegno è stato molto poco pubblicizzato, almeno per quanto risulta dalla mia esperienza, io ne sono venuta a conoscenza attraverso i feed di un sito che seguo e quando sono andata a cercare online un modo per iscrivermi è stato un po’ deludente. Alla fine ho chiesto informazioni nel form del sito del CPV. Facebook non è l’unico social network utilizzabile e non sottovaluterei la potenza dei blog di settore o dei portali. Un form online al quale iscriversi direttamente sarebbe stato l’ideale, ma mi rendo conto che ciò avrebbe richiesto un’implementazione tecnica.
Ora resto in attesa dei prossimi due incontri che si terranno sempre presso NH Hotel di Vicenza il 21/03/2011  e l’11/04/2011.

L’utilità del biglietto da visita – 3

Arriva da Design Shack una nuova raccolta di biglietti da visita davvero creativi. Dopo quelli mostrati qui e qui eccovene un’altra bella serie.

Per chi crede che l’era del biglietto da visita sia tramontata un giretto fra queste piccole meraviglie può far cambiare idea. Perché è vero che il classico biglietto da visita forse serve a poco oggi nell’era digitale, ma un biglietto da visita innovativo e creativo sicuramente vi farà ricordare.

Buona visione!

L’importanza di un buon feed

Quando sono tornata dalle vacanze (parliamo ormai di mesi e mesi!) ho avuto una brutta sorpresa.

I feed RSS del mio giornale preferito sono cambiati. Prima potevo leggere il titolo, l’abstract e l’articolo completo, e vedere anche le immagini direttamente dal mio RSS reader e per me era perfetto. Potevo sbirciare, appena avevo un attimo di tempo, le ultime notizie, leggere quello che mi interessava, tenere da parte quello che non riuscivo a leggere in quel momento, condividere gli articoli con gli amici in maniera immediata.

Da quando sono tornata dalle vacanze questo non succede più. I feed sono cambiati, ora leggo solo il titolo (quando appare perché ogni tanto leggo “titolo sconosciuto”) e una righetta di abstact che non sempre è comprensibile. Per me è stato un duro colpo, da quel momento in poi i feed sono rimasti tutti non letti.

Per gli utenti, o per lo meno per me, lo strumento feed è davvero molto importante: poter seguire con continuità e in maniera snella un blog o una sezione di un sito web è fondamentale e crea un forte engagement. Avere solo un breve sentore del contenuto e neanche molto preciso possono invece dissuadere l’utente.

Forse si pensa che i feed RSS compromettano le statistiche del sito: se io leggo tutto tramite un reader difficilmente andrò nel sito web. Allora do al mio utente le informazioni minime per condurlo a cercare il resto direttamente sul sito web, ma cio è assai difficile se non compongo un messaggio corretto e completo di tutte le informazioni: il titolo, un buon abstract e un pizzico di mistero.

Ho riflettutto molto prima di pubblicare questo post perché io a loro ci tengo proprio tanto e credo che siano veramente bravi, me l’hanno sempre dimostrato e questo, sono sicura, è solo un piccolo inconveniente tecnico che prima o poi risolveranno. Ripensare a questa esperienza però mi ha dato modo di riflettere sull’importanza della buona comunicazione attraverso i feed, quindi, nella negatività, trovo il lato positivo.

La storia di una condivisione

Oggi vi voglio raccontare un piccolo aneddoto che mi ha fatto riflettere su come internet sta cambiando radicalmente il nostro modo di comunicare e di condividere le informazioni. “Bella scoperta!” direte voi e avete ragione, il tema non è certo nuovo e inesplorato, però a me personalmente crea sempre una senzazione positiva partecipare a esperienze di condivisione 2.0.

Allora, partiamo dall’inizio. Ieri leggo dal mio Google reader un post di un autorevole maestro in cui si segnala un sito in cui si possono ammirare alcuni capolavori dell’arte in HD. Trovo la cosa molto interessante e vado a darci un’occhiata; appena sono lì mi viene in mente lei perché nel suo blog dedica spesso molti post all’arte e la sua passione per questa disciplina traspare chiaramente dalle sue descrizioni. Decido così di mandarle una mail in cui le segnalo l’iniziativa. Lo strumento mail non è molto 2.0, ma avevo bisogno di un modo dolce e personale di comunicare, io Luisa non la conosco e non sapevo nemmeno come potesse prendere il mio suggerimento.

L’operazione è riuscita con successo! Luisa mi risponde e mi ringrazia. Per me era già un bel traguardo, mi sentivo felice di aver condiviso un’informazione con qualcuno che seguo da tempo e che dispensa sempre buoni consigli. Questa mattina un’altra sorpresa: sul Mestiere di scrivere appare questo post.

Io di essere citata nel blog del mestiere di scrivere non me lo sarei mai sognato e così ringrazio Luisa commentando il suo post. E così finisce questa piccola catena 2.0: da qui, a qui, fino a qui, passando per una mail.

Il riconoscimento personale da una così autorevole fonte ha senza dubbio un grande valore per me, ma quello che mi ha veramente gratificato è stato ripensare all’iter e alla velocità con cui le informazioni si sono propagate e hanno arricchito chi le ha ricevute. Buona giornata a tutti (e la pioggia non mi importa!).

Anche l’email diventa posta prioritaria

Da qualche iorno Gmail ha reso disponibile un nuovo servizio per facilitare la lettura dei messaggi di posta elettronica: la posta prioritaria. Un meccanismo molto semplice, ma che fa risparmiare effettivamente molto tempo (provato e approvato!).

Semplicemente Gmail divide in messaggi di posta in entrata e li classifica in più o meno importanti, evitandoci così la ricerca delle cose che veramente ci interessano.

Non sto a spiegare nei dettagli come funziona il servizio perché lo fa già molto bene questo video:

Io letteralmente impazzisco per i video esplicativi di Google, ne ho già parlato anche qui, li trovi molto chiari, semplici, efficaci e, cosa che non guasta mai, molto divertenti. Insomma, un piccolo esempio di comunicazione ben fatta.